LA CORTE DEI MIRACOLI (ovvero allegoria di un paese della Presila Catanzarese)

La corte dei miracoli

Ladri!
No, non sto insultando o infamando alcun essere umano. Diciamo che ho preso in prestito dagli antichi l’artificiosa etimologia del termine. Deriva dal latino “latro”, contrazione di “latero”, che indicava le guardie del corpo che stavano “ai lati” del principe. In seguito, dato il malcostume di questa specie di satellite reale, la parola ha assunto connotati negativi.

Ma il termine in questione mi fa pensare alla “Corte dei Miracoli”. E che cos’è? Con tale espressione ci collochiamo nel  XVII secolo (è proprio vero, dopo un “quattrocentenario” non è cambiato niente!). A Parigi  questi luoghi erano ubicati in diversi quartieri dove soggiornavano “ladri” che avevano l’abitudine di eleggere un proprio “re” che rappresentava quel popolo nei cui cortili avvenivano i “miracoli”. Infatti le infermità venivano ostentate per impietosire i passanti e guarivano, guarda un po’, di notte per miracolo.

Chi non si stupisce dei  prodigi è un empio bestemmiatore, chi denuncia i misfatti compie sacrilegio.

Soprattutto, chi non crede non è attaccato alle tradizioni, ma non quelle storiche per le quali un paese dovrebbe essere fiero e che dovrebbero fare da collante tra generazioni passate e future legate ad un territorio, bensì quelle dei “cortigiani”, se così vogliamo chiamarli. Le tradizioni oscurantiste e reazionarie.

Come ritornare al vero? Basterebbe per coloro che son ritenuti disfattisti tornare ad essere uniti e ad abbandonare il buonismo che abbonda nei piccoli centri, dato che ci si conosce bene.

A.C.

Taggato , , . Aggiungi ai preferiti : permalink.