Tra dire e fare… è meglio la verità

A poco più di 18 mesi dalla locale scadenza elettorale scopriamo di essere stati amministrati da una maggioranza che si definisce del fare e non del dire; ma del fare cosa? Dicono di non aver messo le mani nelle tasche dei tavernesi, ma dimenticano di aver sostanzialmente privato l’intera cittadinanza di tutta una serie di servizi che rendono una comunità dignitosamente vivibile:

  • Viabilità: basta fare un giro per le vie del paese per constatarne lo stato di abbandono, ante e post lavori di metanizzazione, ricordando e rendendo edotta la cara maggioranza, che l’opera già prevista da quella famosa amministrazione (con delibera n. 88 del 29/06/1985), prevede il ripristino dello stato dei luoghi a ultimazione dei lavori. Forse in pochi sanno, che per procedere ai lavori di rifacimento del manto stradale di via S. Allende, i nostri bravi amministratori hanno preferito sacrificare i vicoli interni di tutto il paese; sarà forse perché in quella zona risiedono assessori e consiglieri di maggioranza?
  • Servizio Scuolabus: gli alunni della scuola elementare vengono accompagnati nella lontana via Frangipane direttamente dai loro genitori con tutti i problemi annessi per le famiglie (spese di carburante), visto che dopo tanti anni e tante promesse la scuola sita in via Marconi risulta tutt’oggi inagibile.
  • Raccolta differenziata: nonostante i numerosi proclami di gestione virtuosa del servizio, scopriamo che un magro 14% viene fatto passare per un successone, quando invece rappresenta un livello di gestione pessimo, se non ridicolo, ben al di sotto delle percentuali raggiunte da comuni vicini.

Dite di non aver aumentato le tasse ai tavernesi, ma in realtà lo avete fatto molto bene, furbescamente e con mano pesante.
I conti della nonna sono presto fatti:

  • TARES: il piano di gestione dei rifiuti, approvato da questa amministrazione, prevede un aumento di quasi 100.000 euro che saranno a totale carico delle famiglie;
  • Gestione isola ecologica: costo annuo 29.000 euro;
  • Spazzamento e lavaggio vie comunali: costo annuo 50.000 euro, con una spazzatrice che in realtà viene usata solo durante la campagna elettorale;
  • Manifestazioni pretiane: avrebbero dovuto rappresentare l’occasione di un importante rilancio economico, sociale e culturale dell’intero territorio, hanno invece definitivamente compromesso l’equilibrio finanziario del nostro comune. Non si può, infatti, dimenticare che l’ente per finanziare le mostre e i festeggiamenti ha impegnato somme di bilancio comunale (non frutto di finanziamenti esterni, ancora ad oggi nelle casse comunali non vi è traccia del finanziamento regionale di 180.000 euro, promesso ed enfatizzato) pari a circa 80.000 euro, con conseguenti danni agli equilibri di bilancio. L’operazione matematica è semplice:
  1. Costi a carico del comune: circa 80.000 euro;
  2. Incassi complessivi: circa 85.000 euro; di cui 16.000 euro sono andati al Comune e la differenza, circa 69.000 euro, è stata incassata dalla società privata concessionaria del servizio integrato museale (gestione familiare). Un vero affare, ma non per i cittadini!

E ad aggravare ulteriormente questa realtà, la semplice considerazione che il comune avrebbe potuto prevedere una gestione diretta del servizio attingendo personale dalla famosa LISTA di disoccupati, di cui non si ha più memoria.

Per quanto riguarda il manifesto apparso alcuni giorni fa, nel quale si afferma che la disastrosa situazione economica del comune di Taverna sarebbe ricollegabile alle vicende espropriative relative al costoso “Campo bocce” (da poco ripristinato ma sicuramente non regolamentare), si rendono necessarie alcune precisazioni:

  • Inizio procedura di esproprio, con decreto di occupazione n. 7, del 11/03/1987, per la durata di 5 anni;
  • Immissione in possesso datato 06/06/1987;
  • Scadenza periodo di occupazione legittima (entro il quale si sarebbe dovuto emettere il decreto di esproprio) 06/06/1992;

L’amministrazione che diede inizio alla procedura espropriativa fu sciolta nella primavera del 1988 (in seguito a ricorso elettorale) e quindi, di fatto, essendo rimasta in carica poco più di un anno dall’inizio della stessa, non ebbe il tempo di concludere la procedura intrapresa.
Come mai l’amministrazione che gli succedette, pur avendo a disposizione ben più di tre anni, non trovò il tempo di emettere il decreto di esproprio e procedere alla liquidazione delle relative indennità?
Come mai dopo la sentenza di primo grado, che riconosceva al proprietario un’indennità pari a 123.303,60 euro, non si cercò un accordo con quest’ultimo (diversamente da come fatto per altre vicende) e si preferì insistere sul piano giudiziario (addirittura fino in Cassazione), con conseguente aumento esponenziale dell’indennità, degli interessi e delle spese?
In merito alla vicenda PIP, in alcun modo riconducibile alla storica amministrazione, distintasi per longevità, visione, capacità e progettualità amministrativa, bisognerebbe spiegare in modo meno approssimativo l’andamento storico dei fatti, che sono imputabili a delibere e ordinanze risalenti al periodo 1993-1996. A ben vedere, infatti, l’originaria impostazione del piano PIP (datata 1986) venne rivisitata con piano particolareggiato (con un nuovo incarico di progettazione deliberato il 09/12/1993) e definitivamente approvato con delibera consiliare n. 40 del 16/06/1994.
A tutto ciò segui una nuova procedura espropriativa conclusasi con due decreti di esproprio: il primo del 1995 ed il secondo del 1996 (cosi come emerge dalle sentenze di condanna per il comune di Taverna n. 31/2001 e 323/2002).
Vorremmo a tal proposito porvi un curioso quesito: che fine hanno fatto le somme versate dagli assegnatari dei lotti, per un importo che va oltre i 600 milioni di vecchie lire, come risulta dalla delibera n. 40 del 16/06/1994? Perché non si è provveduto ad un accantonamento vincolato della suddetta somma come, invece, accadde per la seconda trance pagata dagli assegnatari dei lotti a seguito dell’ atto di transazione datato 10/06/2007?
Una cosa è certa, l’iter procedurale seguito dal comune di Taverna entro il 1988 non ha avuto conseguenze economiche pregiudizievoli per l’ente, mentre tutto ciò che viene dopo, testimonia periodi di pressappochismo amministrativo.
Ci chiediamo come mai siete stati così zelanti mistificatori di realtà storiche che raccontano i fatti in modo diverso. Forse perché la capacità politica di quella stagione rende evidente l’inerzia e l’incapacità programmatica che caratterizzano il vostro operato?
Ricordate che buttare fango su di un’amministrazione, che diversamente da voi ha fatto e pure tanto, non vi consentirà di nascondere ai tavernesi la vostra inadeguatezza nel gestire un comune tanto importante come il nostro.
Evidentemente hanno colpito nel segno le foto, i video e le frasi scritte da Gabibbi, inventori ed esploratori, tutti bravi a testimoniare con la forza inconfutabile delle immagini il disastro politico-amministrativo di questa mezza maggioranza, che finirà per essere relegata nell’angolo storico di questo paese come la peggiore.
Se poi la folla si aizza, il merito è vostro… “Striscia la notizia…la voce della verità” sarà sempre qui a mettere in evidenza la classifica dei nuovi mostri, visti i ripetuti proclami di nuove opere in realtà solo progettate ma mai realizzate. Tanti successi inventati solo per compiacervi… dalla scienza al Call Center lo spettacolo continua… sicuramente dopo i tanti insuccessi collezionati, vedi scuola elementare, palestra, parco delle favole, piscina, laboratorio di restauro e il IV° centenario della nascita di Mattia Preti… Saremmo tentati di regalarvi il tanto sospirato TAPIRO D’ORO.

Il gruppo consiliare di minoranza (PRC – PD)

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