Quando i fatti sono solo parole

Tutte le certezze accumulate dalla maggioranza in questi anni si sono sgretolate dinanzi a giovani voci che hanno saputo rinfacciare con fierezza e senza timore l’evidente malcontento. Di fronte a questo pericolo, la stessa maggioranza ha cercato di salvare il salvabile elaborando un testo raffazzonato che, nelle sue previsioni, avrebbe dovuto “tranquillizzare” i propri elettori. Ha tentato di imbonire l’elettorato descrivendo una realtà che non esiste, sperando che la giunta potesse continuare imperterrita a fare i propri interessi. Ha affermato di anteporre il “fare” al “dire”, salvo poi promettere di iniziare con i tanto agognati lavori di rifacimento del manto stradale! Questi signori uccidono la logica e neanche se ne rendono conto, perché ad oggi non vi è traccia di fatti assodati ma solo di promesse! Per ora siamo rimasti al “dire”, aspettiamo intrepidi la fase del “fare”. È la stessa amministrazione a sconfessarsi con il suo lassismo e ormai la popolazione è visibilmente stanca. Noi non aizziamo nessuno, anzi abbiamo il merito di esser riusciti ad intercettare il malessere dei cittadini che sicuramente non cambieranno idea di fronte ad un manifesto che contiene, a dispetto del titolo, solo parole vuote.
Siamo orgogliosi di ereditare e di seguire, per quanto possibile e nel nostro piccolo, il percorso che prima di noi è strato intrapreso da quei protagonisti della vituperata vecchia stagione politica. Si cerca di far dimenticare la grande visione e la lungimiranza di uomini che hanno contribuito a rendere Taverna una splendida realtà nel panorama calabrese. All’epoca la maggioranza era una ed unita, mentre oggi non sappiamo se rivolgerci a quella delle energie rinnovabili – ma non pulite – o a quella delle progettazioni dei lavori pubblici.
Ma cosa è stato fatto in realtà in questi mesi?
La mostra pittorica è stata organizzata in modo approssimativo e superficiale, limitando fortemente il potenziale delle bellissime opere arrivate nella nostra pinacoteca. Infatti, essendo le uniche fonti di attrazione, quando queste sono state inviate a Malta, i tanto decantati turisti sono spariti senza essere venuti mai a conoscenza di cosa sia il nostro paese, delle sue bellezze al di fuori delle mura del museo. A stento hanno visitato la mostra e la Chiesa di San Domenico; non hanno mai visto la “casa” del pittore, non hanno mai apprezzato la Chiesa di San Martino, dove l’artista è stato battezzato. Non hanno mai ammirato le bellezze della Chiesa di S. Barbara, spesso chiusa e contenente ben sette opere del Cavaliere. Ma, a prescindere da vita e opere del Preti, l’amministrazione non si è affatto prodigata per far conoscere la storia di Taverna e la sua bellezza che va al di là degli stessi dipinti. Per non parlare poi del curioso escamotage utilizzato per giustificare l’assenza di eventi culturalmente rilevanti nel periodo estivo! Come flebile motivazione hanno addotto la mancanza di fondi causata da vecchie pendenze. Come tutti sapete, l’amministrazione aveva già sperperato i fondi ancor prima dell’arrivo delle sentenze, visto che per la sola inaugurazione, per fare un esempio, sono stati spesi ben 2000 euro di addobbi floreali: data l’aria da pollice verde che si respirava, più che Sgarbi avrebbero dovuto invitare Luca Sardella. Peccato non ci abbiano pensato, ma gliela abboniamo, non tutti son fulmini di guerra col pensiero! Oltre al danno c’è stata anche la beffa, infatti i 180 mila euro promessi da Scopelliti – che non si è degnato neanche di presenziare a quell’evento – non sono mai arrivati. Da questo particolare riusciamo anche ad intuire la statura politica del nostro sindaco e della sua maggioranza la quale, nel riportare il testo del manifesto alla stampa, non ha neanche omesso le farneticazioni su Alessandro Volta o Marco Polo, lasciando interdetti e disorientati i lettori che, completamente estranei alle logiche tavernesi, non sono riusciti a dare un senso compiuto alle loro parole.

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Corri Mattia! Corri!

Passiamo adesso ai disagi dovuti alla negligenza con cui l’amministrazione ha gestito l’ordinaria manutenzione relativa all’illuminazione pubblica e al decoro urbano. Non siamo solo noi a farli notare, ma sono gli stessi cittadini che sempre più spesso ci segnalano questa triste realtà. Ma l’errore più grave che commette la giunta del “fare” è quella di accusare l’opposizione di non riuscire a vedere oltre il proprio naso, loro che sono l’allegoria dell’affarismo e del familismo. Ci verrebbe da dire che non sono capaci di guardare al di là delle loro tasche. Tanto per cominciare, alcune strade rimangono scarsamente illuminate – anche per diversi giorni – in seguito, ad esempio, a temporali estivi che quest’anno hanno particolarmente messo in pericolo gli abitanti di San Crispino, ritrovatisi con un fiume in piena di fronte alle porte delle loro abitazioni. Una pulitina ai tombini ogni tanto?
Ricordiamo, inoltre, che anche i quartieri lontani dal centro storico sono abitati e perciò degni di attenzione. La pulizia non va fatta solo quando ci sono matrimoni o feste di amici e parenti. Per quanto riguarda i rifiuti, ci preme sottolineare che la gestione virtuosa ostentata dal primo cittadino altro non è che una balla. Il problema si è risolto solo grazie ad una particolare autorizzazione ricevuta da parte del prefetto che, per garantire un certo decoro durante i festeggiamenti del centenario, ha permesso ai nostri camion della nettezza urbana di avere la precedenza in discarica rispetto ai mezzi degli altri comuni. Nonostante questo vantaggio, l’inverno scorso in ogni angolo della Sila potevamo trovare cumuli di rifiuti dimenticati così come lo sono gli abitanti dei nostri villaggi. Questi ultimi vengono tenuti in considerazione solo nel periodo elettorale. Purtroppo l’amministrazione ha la brutta abitudine di mettere il cappello su traguardi raggiunti da altri, come ad esempio la Città delle Scienze forestali – concepita e finanziata dalla Provincia – oppure l’Osservatorio astronomico inaugurato a giugno e gestito dall’associazione “Astrofili Le Pleiadi”. Ma si potrà continuare a parlare di patrimonio forestale una volta svenduto l’ultimo albero? Oppure, si potrà osservare il cosmo attraverso un cielo grigio cenere?
Concludiamo dicendo che in quel manifesto manca qualcosa di importante che è avvenuto recentemente. Dopo la nostra denuncia pubblica riguardante il mancato pagamento di alcuni lavoratori, quando ancora le bandiere rosse non erano state smontate dalla piazza a seguito della Festa di Liberazione, alcuni rappresentanti della maggioranza hanno rimediato, o meglio, hanno cercato di rimediare ai loro errori pagandoli in contanti, all’insaputa dei cittadini e con la coda tra le gambe. Che dire, almeno qualcosa l’hanno fatta: si sono resi conto di quanto siano inefficienti anche quando organizzano manifestazioni di poco conto. Il trionfo della mediocrità.

Giovani Comunisti

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