La tragedia dei senza nome

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Negli ultimi vent’anni in ventimila hanno trovato la morte nel Mediterraneo. Ieri a Scicli altri 13 migranti sono annegati, ma il rumore della politica indaffarata nella solita pièce teatrale ha coperto tutto. Oggi l’ennesima strage in cui si contano 90 morti e 250 dispersi a Lampedusa, con il timore che il numero delle vittime possa aumentare nelle prossime ore. Stavolta la tragedia ha catalizzato l’attenzione dei media e ha spostato l’Italia e l’Europa dalla quotidiana attenzione dedicata ai mercati e alla finanza. Nelle solite frasi di cordoglio e sgomento è mancata la vergogna, sentimento con il quale in troppi dovrebbero avere a che fare. Mi riferisco a quei signori che hanno permesso l’istituzione di leggi criminali secondo le quali chi scappa disperato dal proprio paese è un clandestino, un delinquente. Infatti per la legge italiana solo una preventiva richiesta del datore di lavoro può garantire a chi fugge da fame e guerra di entrare regolarmente in Italia e ricevere un permesso di soggiorno. Il resto lo rinchiudiamo/deportiamo nei Centri di permanenza temporanea anzi, nei centri di detenzione in cui in condizioni pessime i migranti trovano un altro luogo in cui morire oltre al mare aperto. Aggiungiamo che i diritti d’asilo e protezione vengono spesso negati e, per ricongiungersi con i familiari, si deve far fronte ad un’insormontabile e complessa procedura. Questo porta migliaia di donne e uomini ad affidarsi a dei criminali scafisti che non hanno problemi a buttarli in mare a frustate. La perversità della nostra legislazione si nota ancora più se si pensa che alcuni pescatori stamattina non avrebbero prestato soccorso per paura di essere processati per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

Questa è la tragedia dei senza nome.

Tra le parole del giorno spiccano quelle del Presidente Napolitano, lo stesso della legge Turco-Napolitano che ha istituito quei Cpt che hanno influito nel costruire l’immaginario dell’immigrato bandito e capro espiatorio di qualsiasi situazione. A costruire questa figura ha contribuito notevolmente la Lega Nord, la cui responsabilità politica è evidente: la Bossi-Fini basa l’intervento dello Stato sulla repressione e porta a gestire in maniera inefficiente le emergenze. Nonostante tutto continuano a scaricare la responsabilità ad altri ed a voler costruire consenso elettorale tramite frasi xenofobe e razziste che, purtroppo, attecchiscono in maniera viscerale nell’opinione pubblica. A queste persone dico: gli stranieri non sono e non possono essere l’unico problema e la fonte dei mali della nostra società. Andate a vedere quanti danni ha causato in questi anni questa politica priva di dignità; e non dimentichiamoci dell’Europa neoliberista di Maastricht, grazie alla quale la socialità e i diritti sono passati in secondo piano. Quest’ultima, invece di imporre diktat, prendesse in mano la situazione contribuendo alla risoluzione del problema.

E’ ora di dire basta alla finta commozione di chi si veste a lutto oggi per poi ritornare domani a non fare niente. C’è bisogno di un corridoio umanitario, del diritto d’asilo europeo e di una vera legge che attui una vera politica migratoria. In soccorso, come sempre, viene la nostra Costituzione con l’articolo 10 che recita:

L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.

La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.

Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.

Tra poco tutto tornerà ad essere avvolto dal silenzio e noi, per quanto tempo saremo complici di questo?

A. C.

 

 

 

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