LA LOTTA PAGA

Quando il governo emanò i decreti attuativi del Jobs act, la modifica introdotta sull’utilizzo dei voucher veniva spacciata come una positiva misura compensativa rispetto a provvedimenti che rimanevano come da riforma Fornero. Pochi mesi dopo, con il boom dei voucher e l’inchiesta della trasmissione di Rai 3, Report, il regalo che le aziende avevano ricevuto si mostrava agli occhi di tutti. Le imprese, con l’uso furbesco dei voucher, assumevano lavoratori per una o due ore, salvo poi lavorare in nero per altre sei o sette ore giornaliere. Il lavoro accessorio è diventato così la foglia di fico che ha coperto il lavoro nero. L’abuso dei voucher ha realizzato spesso il passaggio da una condizione di precarietà ad una di precarietà estrema, qual è il lavoro accessorio, che espone il lavoratore, praticamente privo di diritti, alla mercé del datore di lavoro.

In realtà la liberalizzazione del lavoro accessorio, avviata da Monti e proseguita con Renzi, altro non è stato che uno strumento legale per lo sfruttamento dei lavoratori.

Salutiamo positivamente, dunque, la decisione del Governo di varare un decreto per l’abolizione dei voucher e per il ripristino della responsabilità solidale del committente negli appalti.
Va detto, però, che la decisione non è tanto dovuta ad un cambio di rotta rispetto al recente passato, quanto al vero e proprio terrore del voto popolare sui referendum promossi dalla CGIL, che l’anno scorso raccolse 3,3 milioni di firme di lavoratori e cittadini italiani, e di un’altra bocciatura dopo la controriforma costituzionale.

Diversamente da quanto dice Renzi, infatti, i voucher sono l’emblema del Jobs Act, perché rappresentano il simbolo della riduzione delle persone che lavorano a merce “usa e getta”, che è la logica di fondo di questa pessima riforma.

E’ necessario continuare la campagna in corso fino alla conversione del decreto in legge e rilanciare la lotta per ripristinare l’articolo 18, per l’attuazione di politiche che favoriscano realmente  i lavoratori e non i padroni e che comincino a dare risposte a giovani, esodati e pensionati.

Perché la lotta paga!

Partito della Rifondazione Comunista – Circolo Palmiro Togliatti – TAVERNA (CZ)

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