Il sindaco responsabile

acqua_2013

L’acqua è un bene comune, pubblico, irrinunciabile  per una società civile degna di ritenersi tale. Per questo motivo le amministrazioni tavernesi hanno sempre ritenuto fondamentale mantenere tra le priorità un efficiente servizio idrico di competenza prettamente comunale, considerato anche il fatto che le sorgenti sono curate e situate nel nostro territorio.
Con questo sindaco si va in netta controtendenza!
Ricordiamo che nel 2011 vi fu un’infiltrazione di acqua piovana nei serbatoi della Sila, conseguenza dell’assente manutenzione degli stessi.
Gli amministratori, in quell’occasione, dissero alla cittadinanza che le copiose piogge fecero ingrossare considerevolmente le sorgenti provocando l’inquinamento. Nei giorni successivi, per rimediare alla situazione, furono impiegati gli operai forestali.

Con le abbondanti precipitazioni del 19 novembre 2013, il fiume Litrello è esondato fino a raggiungere il punto di captazione della sorgente Rosato. Ricordiamo ai cittadini che Villaggio Mancuso non ha un vero e proprio depuratore, come era stato previsto nella seconda metà degli anni 80, ma una vasca Imhoff. I liquami contenuti in essa e trasportati dalla pioggia, hanno inquinato il fiume provocando tuttora un pesante inquinamento da coli fecali.

Premesso che i vigili urbani hanno consigliato alla popolazione “via megafono” di non servirsi dell’acqua per usi domestici, come mai le analisi tanto sbandierate per una maggiore trasparenza nei confronti dei cittadini non sono state pubblicate?
Eppure i risultati sono arrivati in Comune il 28 novembre (con nota 3090/13)!

Noi non abbiamo visto affissa alcuna ordinanza in merito da parte del sindaco (ir)responsabile, soprattutto nelle vicinanze delle fontane pubbliche, tantomeno quelle in prossimità delle scuole. Ci aspettavamo anche un timido sussulto da quella parte della maggioranza che ora, dopo aver chiuso gli occhi per quasi tre anni, con una mossa quasi gattopardesca tenta goffamente di rinnegare il proprio operato, piazzandosi nella retroguardia proprio quando il fallimento è palpabile. Strategie viste e riviste nel ventennio berlusconiano, durante il quale chi ha governato per anni, nei mesi che precedono le elezioni, cerca di mettere la polvere sotto il tappeto.

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