Saverio Pochezza,Sommo Sacerdote (solo tra i suoi lacchè)

Dalla prima Lettera di Paolo Achab Coelho ai Fabbri Cancellatori.

Imbecilli,
in principio era il verbo, e il verbo era facile, poi vennero il sostantivo, l’aggettivo, gli avverbi, gli articoli, le preposizioni,eccetera… e fu li che Saverio Pochezza (il Sommo Sacerdote) non ci capì più nulla!!!

In ogni caso, il Sommo Sacerdote Saverio Pochezza era molto stimato – ma solo tra i suoi lacchè – anche perché era stato il fondatore della città di Celo dove tutti i suoi proseliti vivevano in armonia e lustro (in senso di lustro).
In quel tempo il Regno di Celo era in fermento per i preparativi della grande celebrazione del culto messianico di Titta Premia, Cavaliere dell’Ordine dei Rosacroce.

Chi scrive ha dovere di essere fedele alla verità perché coloro che verranno dopo di lui possano sapere e conoscere la verità. Così deve essere scritto che il Cavaliere Titta Premia era un personaggio – per qualcuno mai esistito – molto nominato e poco, pochissimo conosciuto nella Città di Celo dove tutti, almeno una volta al giorno, profferivano il suo nome.

Era oramai passato anche l’ultimo lustro (nel senso di cinque anni) e si era già verificata la confusione delle lingue, specialmente quella portoghese, ma – ad onor del vero – anche quella italiana non godeva di grandissima salute.
Un tale di nome Barbanera era il vicerè per gli affari della montagna dove è vero che poco si guadagna ma era per lui l’unica possibile cuccagna.
Barbanera era conosciuto con l’appellativo di “Lapune” o “U Lapune” e ciò poiché era solito portare un paio di occhiali scuri e molto pronunciati che lo facevano assomigliare a quegli strani insetti con gli occhi molto grandi che si vedono, appunto, in montagna specialmente d’estate.
“U Lapune” era dedito al vizio e amava organizzare ritrovi e sagre di ogni genere.
In quell’inverno gelido Egli “u Lapune” – dopo aver provato ad organizzare in estate un’estemporanea sagra del luppolo, che pare si sia tenuta tre giorni dopo le idi di agosto – aveva deciso di organizzare una notte di festa, anche questa in onore dell’inflazionato Cavaliere Titta Premia.
Con questa idea ebbe a riunire i suoi tre fidati accoliti di nome Icki, Acki e Makackhi che erano tre modesti esponenti dell’ordine degli speziali.
La riunione fu tenuta nottetempo ed i tre decisero di avvertire e coinvolgere Saverio Pochezza, il Sommo Sacerdote, per ottenerne gli auspicia.
Gli storici sono discordanti sul punto poiché secondo una diversa scuola di pensiero (detta scuola “di picciuli”) pare che sia stato Saverio Pochezza, il Sommo Sacerdote, a chiedere ai quattro di organizzare la festa in onore di Titta Premia. A giudizio di chi scrive, questa scuola appare la più attendibile anche perché Saverio (detto anche “littledog”) aveva una particolare predisposizione a tirare la pietra e nascondere la mano e così, ad esempio, egli negava decisamente di accedere (neppure sporadicamente) a quella strana lavagna per pubbliche affissioni che, in quel tempo, era chiamata Facebook.

Il nome scuola “di picciuli” è di origine ignota agli storici ed invero non è dato sapere cosa fossero esattamente i “picciuli”.
Secondo alcuni i “picciuli” erano le biomasse del vicino altopiano che venivano utilizzate per creare energia.
Secondo altri il nome i “picciuli” era dovuto alla bassa statura – compresa tra un metro e sessanta ed un metro e settanta – di tutti i protagonisti di queste vicende ed infatti rientravano in questa taglia sia Saverio Pochezza (anche per questo detto “Littledog”), sia Barbanera, sia tanti altri vicerè e tanti altri sacerdoti, per non parlare delle loro donne.
Secondo altri, infine, il nome i “picciuli” avrebbe derivazione siculo-americana e sarebbe riferito alla moneta battuta nel Regno. Questa ricostruzione appare molto convincente poiché il Sommo Sacerdote e la sua corte dei miracoli erano molto sensibili al fascino della moneta ed infatti Saverio “Littledog” aveva un’immonda predilezione per i “picciuli”.

Quale che sia l’effettiva origine della denominazione, la festa fu progettata e fu chiamata “Premiata Notte” proprio in onore di Titta Premia.
Per pubblico proclama sulla lavagna appellata Facebook, fu annunciato l’evento e Saverio disse: “o Barbanera farai la più bella festa notturna che sia mai stata realizzata al mondo da un imbecille. Mettiti or dunque all’opera e portami costrutto.”.
“Co … strutto? … maiale?” disse allora a mezza bocca il povero Barbanera il quale non era dotato di grande intelletto e, dunque, non riuscì a comprendere appieno ciò che il Sommo Sacerdote gli aveva appena detto. In queste occasioni il povero Barbanera appariva in tutta la sua modesta natura intellettiva e ciò nonostante il già citato paio di occhialoni scuri che – almeno nelle sue intenzioni – dovevano servire a farlo apparire più figo e più intelligente.
“Cretino, portami little money, i picciuli” ribadì con una certa violenza Saverio Pochezza nell’unico linguaggio che conosceva.

La gente non conosceva questi particolari e, così, era felice per i preparativi e pregava nel tempio in attesa della festa.
Qualche giorno dopo, però, come un fulmine a ciel sereno arrivò una notizia clamorosa: la Premiata Notte è stata annullata! Questa fu la novella che riecheggiò impetuosamente nei cieli della Città di Celo.
I meriti di questo annullamento furono equamente suddivisi tra Barbanera, Icki, Acki, Mackachi e, naturalmente, Saverio Pochezza il Sommo Sacerdote detto anche Littledog.

Insomma, ci fu gloria per tutti.
Vegnu du mortu e mi dici ch’è vivu?
Ai posteri l’ardua sentenza …

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