La stagione delle scissioni

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Apprendiamo da un manifesto affisso in questi giorni che la maggioranza non è poi così granitica come volevano farci credere i nostri eroi. Siamo stati etichettati come dilettanti allo sbaraglio e istigatori di folle, ma questa scissione l’avevamo prevista con mesi di anticipo nonostante la maggioranza continuasse a negare l’evidenza dai fatti, proponendoci a mezzo stampa le sue abituali menzogne.
Riportiamo lo stralcio di un articolo del Quotidiano della Calabria datato 17 settembre 2013:

«Da quando ci siamo insediati noi al dire preferiamo di gran lunga il fare»
La maggioranza rivendica unità. La compattezza è l’aspetto che emerge dalla lunga lettera alla cittadinanza.
TAVERNA. Il gruppo di maggioranza in seno al consiglio comunale è compatto e coeso a dispetto delle voci che si sono rincorse negli ultimi mesi e delle posizioni scettiche rispetto all’agire amministrativo, assunte da esponenti di rilievo della vita politica della cittadina. La compattezza, è il primo aspetto questo, che emerge dalla lunga lettera alla cittadinanza, affissa a mo’ di manifesto in diversi angoli di Taverna e firmata appunto ”La maggioranza consiliare”. In questo particolareggiato resoconto, gli amministratori, guidati dal sindaco Eugenio Canino, si sono tolti qualche sassolino dalle scarpe indirizzando pesanti bordate a rappresentanti dell’opposizione, rei a loro dire, di non riuscire a vedere oltre il proprio naso: (…)

Siamo convinti che, anche dopo la creazione di questo gruppo separato, il clientelismo dilagante – che è stato il collante di questa maggioranza – continuerà a tenerla unita in un modo o nell’altro. Ci torna in mente una bellissima poesia di Trilussa:

Ner modo de pensà c’è un gran divario:
mi’ padre è democratico cristiano,
e, siccome è impiegato ar Vaticano,
tutte le sere recita er rosario;

de tre fratelli, Giggi ch’er più anziano
è socialista rivoluzzionario;
io invece so’ monarchico, ar contrario
de Ludovico ch’è repubbricano.

Prima de cena liticamo spesso
pe’ via de ‘sti principî benedetti:
chi vò qua, chi vò là… Pare un congresso!

Famo l’ira de Dio ! Ma appena mamma
ce dice che so’ cotti li spaghetti
semo tutti d’accordo ner programma.

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