Fronte comune contro Canino

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Articolo di Rosanna Bergamo (Il Quotidiano della Calabria 10/02/2015)
Fronte comune contro Canino. Siglata l’intesa tra Pd, Rc, Udc e “Partecipazione e Libertà”.

TAVERNA. Una sala consiliare gremita, teatro di un accordo storico per la cittadina. A pochi mesi dalle consultazioni per il rinnovo del Consiglio comunale, è stata siglata una importante intesa programmatica tra i rappresentanti di Pd, Rifondazione comunista, Udc e “Partecipazione e libertà”, partiti questi da sempre agli antipodi. A rendere possibile una reunion politica che solo pochi anni fa sarebbe parsa irrealizzabile, la comune voglia di porre fine alla gestione amministrativa di Eugenio Canino, considerata fallimentare. Seduti uno accanto all’altro, in un incontro moderato da Carmelo Sanzi, Gregorio Ferrari, Sebastiano Angotti, entrambi ex sindaci, Vladimir Vavalà e Sebastiano Tarantino a cui spetterà il compito di guidare il nuovo soggetto politico. Molte recriminazioni ed accuse alla maggioranza, tutte con un comune denominatore: la gestione clientelare della res publica. Ad aprire le danze delle critiche Angotti che nelle vesti di predecessore di Canino, con un particolareggiato excursus, ha rivendicato la paternità di molti successi del sindaco e spiegato i motivi che hanno spinto l’Udc, di cui è coordinatore locale, a prendere distanze irreversibili dall’attuale gestione amministrativa.
«Ci hanno estromessi brutalmente dalla maggioranza ha dichiarato imputando la colpa a me. Il progetto nel quale avevamo creduto invece, è fallito miseramente a causa della miopia del sindaco». Vavalà ha accusato la maggioranza di aver fatto scadere, «a causa di politiche clientelari e gestione disastrosa della cosa pubblica» il livello morale della comunità. «Dopo aver discusso a lungo, ci siamo resi conto che i tempi erano maturi per dare vita ad una sorta di compromesso storico atteso da anni». Dello stesso avviso Ferrari che, dopo aver confessato ai. presenti di non ambire ad alcuna poltrona, avendo orgogliosamente declinato l’invito degli avversari di occupare il posto spettante al vicesindaco, ha tacciato la maggioranza di essere costituita da “giovani-vecchi.” L’accordo, come hanno avuto modo di spiegare i relatori, è stato travagliato: convincere i sostenitori dei quattro gruppi, diversi tra loro per ideologia e storia, non è stato semplice, ma alla fine, a detta di tutti, il buon senso e la necessità di restituire dignità a Taverna, hanno prevalso. Oggetto delle critiche dei quattro, oltre che ovviamente il sindaco, Mario Gentile, consigliere comunale, definito «latitante per quattro anni ed ora ricomparso sulla scena politica» descritto come il vero artefice di una campagna elettorale “becera e di bassa lega”.
Dopo gli interventi del pubblico, le conclusioni del candidato a sindaco. «Abbiamo assistito ad un vero e proprio collasso amministrativo ha detto Tarantino una gestione scellerata che si è palesata con le manifestazioni pretiane di cui hanno goduto solo poche società ed albergatori. Ci chiediamo poi come sia possibile, tra le altre cose, che il Comune abbia richiesto al Tesoro un anticipo di cassa pari a circa 600.000 euro, nonostante la fruttuosa transazione milionaria con la società A2A. I Comuni sono l’ultimo baluardo democratico, devono essere gestiti da personalità rispettose della cosa pubblica. Per parte mia posso assicurare fin da ora che promuoverò un lavoro collegiale, non autoreferenziale ed accentratore».

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