Dulcis in fundo… Call center!

callcenterEd anche questa volta abbiamo indovinato! Ma con questa amministrazione, votata al clientelismo sfrenato ed all’affarismo, è facile.
Il call center avviato a Taverna, per garantire finanziamenti statali a società private e per dare visibilità ad una maggioranza ormai spenta, è giunto al capolinea. Nonostante siano stati spesi soldi pubblici per l’adeguamento-ristrutturazione dei locali e sia stato previsto un canone di locazione prettamente simbolico (per espressa volontà del Sindaco, imposta categoricamente anche alla Giunta), anche quest’ultimo tentativo di risollevare le sorti politico-amministrative della maggiornanza consiliare è miseramente naufragato.
Secondo esponenti della maggioranza, si sarebbe garantito lavoro per almeno cinque anni ed uno stipendio di 500 € al mese per tanti giovani disoccupati. Riportiamo a tal proposito alcune dichiarazioni tratte dalla Delibera Consiliare n.46 del 26/09/2012:
FRUSTACI – Maggioranza: «Perché non si vuole dare la possibilità ad un ragazzo di Taverna di guadagnare 500 euro al mese? Se si è contrari a questa iniziativa si toglie la possibilità a tanti giovani di Taverna di avere qualche soldo.»
Si deduce che l’obiettivo era quello di creare posti di lavoro stabili e duraturi. In realtà, leggendo quanto pronunciato dal Sindaco nella stessa delibera, vengono evidenziate nettamente le finalità clientelari e l’incentivazione del precariato e dello sfruttamento del lavoro giovanile.
SINDACO – Presidente: «Il comune non crea posti di lavoro, crea le condizioni nel territorio per incrementare l’occupazione. Sappiamo tutti che il call center non è un’attività per il futuro dei giovani, ma questi occuperebbero così soltanto 4 ore della loro giornata, lasciando libero il resto per altre attività. Nell’attuale situazione economica vanno sfruttati anche questi momenti.»
Noi diciamo, invece, che nel contingente stato di crisi deve essere implementato un serio piano per il lavoro che annoveri, per esempio, il rilancio dell’attività artigianale locale e la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico (vedi recenti piogge torrenziali).
Il consigliere di maggioranza Biagio Vavalà non è di questo avviso, infatti dichiara: «Tutti sanno le difficoltà che si vivono in questo momento e proprio per questo ci si aspettava un plauso per un’Amministrazione che cerca di creare lavoro (in contraddizione con le dichiarazione del Sindaco n.d.a.) (…)» e precisa: «l’alternativa (al call center n.d.a.) è il non fare nulla.» (fonte: Delibera Consiliare N.5 Marzo 2013)

Quello che avevamo previsto sin dalla fase di avviamento si è avverato! Tutto ciò era prevedibile in quanto le trattative sono state portate avanti privatamente senza atti pubblici, tant’è che non si trova traccia delle motivazioni per le quali la prima società proponente è stata sostituita da una seconda. Tra l’altro non vi è menzione neanche della richiesta di quest’ultima. Del resto appoggiare società di comodo per sfruttare finanziamenti statali ed avere il proprio tornaconto elettorale, è diventato il metodo meno dispendioso per crearsi una certa visibilità.

Le uniche vittime di questa vicenda sono gli inconsapevoli lavoratori a cui va tutto il nostro supporto e la nostra solidarietà.
Sarebbe opportuno che i nostri amministratori spiegassero ai cittadini ed ai dipendenti del call center (che ormai possono considerarsi dei lavoratori precari) questo ulteriore fallimento.

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